Contesto di riferimento

Il dibattito sull’impatto delle norme sull’innovazione digitale è nato con la diffusione delle tecnologie ICT. E mentre si discuteva, le cose accadevano: nel corso degli anni sono emersi fenomeni commerciali e produttivi che nella loro dimensione globale hanno messo in discussione gli schemi del lavoro e le sue regole, la tassazione nazionale, i diritti della persona, la privacy, la ricerca scientifca, la salute e la cura delle persone. Insomma, tutte quelle idee che si ritenevano ormai pilastri acquisiti della cultura giuridica occidentale sono state messe in crisi dai criteri di applicabilità conseguenti alla pratiche possibili grazie ai nuovi strumenti.

Ma non è stato tutto tempo perso: abbiamo visto svolgersi discussioni sulla responsabilità sociale dell’impresa, sulla sostenibilità ambientale, sui diritti del lavoro che hanno coinvolto specialisti, accademici e governi; molto di ciò che si è detto su questi temi è diventato legge, anche se talvolta stenta ancora a diventare norma sociale e quindi pratica quotidiana.

Un esempio che ci sembra paradigmatico di questi processi è il GDPR; la recente entrata in vigore della legge ha richiamato le aziende alla necessità di riportare la governance dei dati al centro di un processo di “privacy by design” nel quale diventa necessario coniugare le componenti normative e tecnologiche con lo strato organizzativo e commerciale.

L’ambizione del master di II Livello Cyberlaw e policies per l’innovazione digitale, è quella rendere possibile un percorso per raggiungere un dinamico equilibrio tra dimensione etica, economica, tecnologica e giuridica, per una governance della responsabilità.